Anche se i numeri di per sé non bastano, quelli di questo complesso svizzero non vanno sottovalutati: un centinaio i musicisti impiegati fra le sue fila, una settantina le città (di ben 14 paesi) nelle quali l’orchestra si è esibita negli ultimi due decenni, più di 50 i programmi affrontati con entusiasmo e scrupolo professionale da direttori come Herbert Blomstedt, Christoph von Dohnányi,
Charles Dutoit e Bernard Haitink. Non solo, più di 40 le registrazioni discografiche fra cui parecchie integrali di Sinfonie da Beethoven a Mahler, Brahms e Schubert. Insomma un percorso virtuoso, nobilitato da solisti di innegabile richiamo - Joshua Bell, Rudolf Buchbinder, Alfred Brendel, Hélène Grimaud, Gidon Kremer, Radu Lupu, Yo-Yo Ma, Viktoria Mullova – che hanno accompagnato la formazione in svariate tournée, portandola a molteplici riconoscimenti: «Premio della critica discografica tedesca», «Prix Choc», «Midem Classical Award», «Echo Klassik». Ma ciò che conta è il tentativo dell’orchestra di catturare un
pubblico diverso: non solo studenti e ragazzi che partecipano a workshop con i musicisti, ma anche giovani disabituati alla letteratura colta, invitati a eventi speciali e party di techno con dj. Chiamati persino ad animare una piattaforma-community da far circolare in rete. Un lavoro a tappeto, pensando al pubblico di domani.