Non solo, ha seguito lezioni di organo e improvvisazione a Parigi con Gaston Litaize e corsi di prassi esecutiva antica con Michael Radulescu a Cremona, ricevendo un numero consistente di premi e lauree internazionali da quello di Stresa (1983) alle Borse di studio del Percento culturale Migros(1983 e 1985) e della Fondazione Göhner fino all’Hegar Preis (1984). Ritenuto uno dei più interessanti interpreti della sua generazione, unisce una forte conoscenza sul campo ad un’accentuata versatilità, visto che svolge attività direttoriale di coro e complessi strumentali (in primo luogo il Coro della Radiotelevisione della Svizzera italiana, di cui è stato nominato Maestro stabile dal 1993): quasi un modello di Kantor barocco, che unisce interpretazione solistica e guida sul podio. «Per anni la mia formazione ‘tradizionale’ mi ha portato a frequentare il repertorio classico-romantico, con una particolare predilizione per il sinfonismo tardo romantico, francese e tedesco» ha raccontato di recente in un’intervista. «Ma poi il faro illuminante è stato acceso grazie alla musica di Bach, che peraltro non mi aveva mai abbandonato sin dall’infanzia». E poi ha continuato in queste riflessioni dicendo: “Per questo penso di essere stato influenzato dal modello di Kantor, che via via ha preso forma con i complessi della Radio Svizzera di Lugano. Di fatto, proprio il Coro della Rtsi era orientato ad approfondire la musica
antica e quindi, quella che era una richiesta di lavoro contrattuale si è trasformata nella mia nuova passione».