E a fianco delle riflessioni sui brani prediletti che avrebbe portato volentieri in un eremo deserto (dalle Nozze di Figaro di Mozart al Concerto per violoncello di Dvorák e all’Oratorio di Natale di Bach) traspariva la sua personalissima passione per le Isole Pitcairn: remote e lontane dalla civiltà, dove «non esiste alcun operatore telefonico, e l’unica cosa da fare al tuo arrivo nel porto è gettare in acqua il tuo cellulare». Nato a Stavanger, Hadland è caratterizzato da quel misto di ironia e sorridente disincanto che segna molti artisti del profondo nord. Ha iniziato a prendere lezioni di pianoforte a 8 anni e a 11 fu iscritto al Rogaland Conservatorio, perfezionandosi poi nel ’99 con Jiri Hlinka (privatamente e all’Istituto di Musica di Oslo). Il debutto con l’Orchestra della Radio norvegese è avvenuto quando aveva 15 anni, e dopo questo exploit si sono molteplicate le apparizioni con la Swedish Radio Orchestra, la Filarmonica di Stoccolma, la NDR Hannover, l’Helsinki Philharmonic e la Swedish Chamber Orchestra, senza dimenticare oltreoceano la Seattle Symphony Orchestra. Molti sono i musicisti da camera (del nord, ma non solo) con i quali ha lavorato, da Henning Kraggerud a Lars Anders Tomter e Steven Isserlis, mentre nel campo delle incisioni va segnalato il debutto nel 2010 con la Simax Classics su lavori di Chopin e Schumann, cui è aggiunta una registrazione per la Naxos. Nel 2013 è tornato alla Simax, dove il suo cd con i Concerti di Mozart ha vinto lo Spellemann Prize, equivalente norvegese dei Grammys.
